Esami radiologici
La radiografia
È l’esame principe per la diagnosi della gonartrosi. Di solito le proiezioni radiografiche principali sono:
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- radiografia del ginocchio sotto carico (in piedi) in proiezione antero-posteriore e latero-laterale;
- radiografia proiezione sec. Rosemberg;
- radiografia assiale della rotula a 30°, 60° e 90° di flessione.
Può essere utile anche una radiografia totale degli arti inferiori in piedi per misurare la deviazione assiale dell’arto, in varo o in valgo. I segni cardinali radiologici della gonartrosi sono:
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- il restringimento dello spazio articolare;
- l’addensamento del profilo osseo;
- la presenza di osteofiti marginali (i cosiddetti “becchi ossei”) che l’organismo crea per “distribuire” il sovraccarico;
- la presenza di geodi, aree di riassorbimento e debolezza ossea dovute al non uso della zona.
È importante, in una radiografia, monitorare la misurazione dell’altezza dello spazio articolare. L’altezza interna normale è di 49 mm negli uomini e 45 mm nelle donne, mentre esternamente è di 58 mm negli uomini e 48 mm nelle donne.
L’ecografia
Può essere utile per la ricerca di un versamento articolare, di una cisti poplitea,nella lesione di un legamento collaterale del ginocchio e soprattutto nelle tecniche di interventistica ecoguidata.
La risonanza magnetica nucleare (RMN)
Non è un esame fondamentale nella diagnosi della gonartrosi, invece è molto utile quando si sospetta una osteonecrosi, una zona di edema osseo algodistrofico e per le lesioni cartilaginee.
Ovviamente risulta utile nella diagnosi delle lesioni capsulo-legamentose e nella ricerca di fratture occulte.