Le calcificazioni di spalla sono una patologia molto diffusa, che si manifesta con sintomatologia dolorosa , e a volte invalidante, che può durare mesi o anni.
Il termine calcificazione però è improprio dato che a livello cellulare si verifica una metaplasia condrocitica dei fibroblasti alla quale si associa flogosi del tendine adiacente, per questo motivo la definizione corretta è tendinite reattiva ossificante.
Per calcificazione di spalla pertanto si intende la formazione di un deposito di calcio all’interno della cuffia dei rotatori che determina sia un’irritazione chimica del tendine, sia un aumento dello spessore, creando una condizione di irritabilità tendinea caratterizzata da dolore e da difficoltà nel movimento.
Le cause di questa malattia non sono note, ma è più frequente nella popolazione fra i trenta e i sessant’anni di vita e, in un rapporto sino a otto volte nelle donne.
La diagnosi è facile; l’esame più idoneo per il riscontro delle calcificazioni della cuffia dei rotatori è l’ecografia che permette di rilevare anche la presenza di calcificazioni radiotrasparenti, cioè invisibili alla radiografia.
Il trattamento più comune di questa patologia sono le terapie che riducono il dolore e la migliore è la litoclasia percutanea ecoguidata, una tecnica percutanea che permette di eliminare in modo definitivo ed in un’unica seduta il problema delle calcificazioni di spalla.
La tecnica consiste che io effettuo da 10 anni è la seguente:
- Il paziente viene posto in posizione supina
- Si utilizza una sonda lineare ecografica a banda 5-12 MHZ per monitorare tutto il trattamento
- Si effettua un’ anestesia pericalcifica e peribursale
- Infissione intracalcifica sotto guida ecografica di 1-2 aghi
- Si inietta soluzione salina (acqua fisiologica) da un ago e si aspira dall’altro nel caso di due aghi
- Il lavaggio è continuo fino all’ aspirazione della calcificazione
Successivamente si procede con rieducazione motoria e eventualmente onde d’urto.
Quando la sintomatologia non riesce a essere controllata adeguatamente, o quando la calcificazione è di dimensioni grossolane, è indicata l’asportazione chirurgica con un intervento in artroscopia che rimuove il deposito di calcio dal tendine e apre lo spazio sub-acromiale.